AREA

POVERTA’

Servizio innovativo

AZIONE cod. H, D9

LIVEAS  DISTRETTO 26

 

Intervento

n° 7

 

TITOLO AZIONE

 

PRONTO SOCCORSO SOCIALE

per persone che versano in stato di disagio estremo

 

OBIETTIVI

 

Attivazione di una rete di strutture pubbliche e/o private, anche sovradistrettuale, predisposte alla pronta accoglienza, in regime residenziale e non, di persone in situazioni di estrema criticità che necessitano di una immediata presa in carico, anche lontano dal territorio di origine.

Il servizio è previsto per brevi periodi, ma per casi particolari, su progetti individualizzati (ad esempio donne e minori vittime di abuso), può essere concordata una flessibilità dei tempi di permanenza

 

Obiettivi

Garantire la disponibilità costante (24 ore su 24) per un adeguato intervento immediato residenziale e non.

Fornire prime azioni di sostegno ed assistenza, ove necessaria, sanitaria  e/o psico‑sociale di base.

Abbassare il grado di criticità personale del soggetto accolto attraverso l'avvio di un percorso di sostegno da realizzarsi in tempi compatibili con la caratteristica stessa del servizio.

Favorire, attraverso i servizi aderenti alla rete e attivi sul territorio, la fuoriuscita dei soggetti accolti dalla fase di criticità, attraverso un adeguato piano individualizzato (trasferimento in strutture specializzate; reinserimento familiare; ecc.).

 

Target

Donne sole, madri con figli, minori soli, vittime di episodi di abusi o di maltrattamenti intra ed extra familiare.

Singoli o nuclei familiari che si trovano senza alcun tipo di supporto socio-economico-familiare e che, per particolari, contingenti, impreviste situazioni, necessitano di immediato assistenza abitativa.

 

STRATEGIA

 

Strategia

Articolazione di un piano di interventi integrati che coinvolga i diversi attori territoriali del pubblico e del privato sociale con l’obiettivo di costituire una rete fissa di riferimento atta ad intervenire in qualunque momento e condizione.

 

 

Enti da coinvolgere

Comuni del distretto

Asl

Forze dell’ordine

Organizzazioni  del terzo settore  e loro strutture presenti nel distretto

 

 

DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’

 

Attività previste

Creazione di una rete di agenzie territoriali per garantire il pronto soccorso e l'attivazione di adeguati percorsi di intervento.

Pubblicizzazione dell’intervento sul territorio del distretto.

Creazione di una Centrale operativa, per l'ascolto, le informazioni, le segnalazioni.

Disponibilità di Comunità residenziali, per il pronto soccorso sociale, l'accoglienza temporanea, l’assistenza, il sostegno, l’individuazione dei particolari bisogni presentati, l’elaborazione e l’attivazione di programmi personalizzati di pronto intervento.

Case rifugio ad indirizzo protetto per l'accoglienza temporanea lontana dal luogo di provenienza.

Gruppi appartamento per l’accoglienza di soggetti soli o piccoli nuclei familiari, con sufficiente grado di autonomia, e per il graduale distacco e l'attivazione di un processo autonomo di reinserimento socio‑lavorativo, per i soggetti già accolti nella comunità residenziali.

Disponibilità di un'unità mobile per i primi contatti e l'assistenza. Formazione degli operatori.

Creazione di una banca dati, per favorire il monitoraggio, la supervisione e la valutazione dell'intero intervento.

 

TEMPISTICA

 

Il piano si ipotizza funzionante per un triennio.

Tempistica

I e II mese: costruzione della rete e formazione degli operatori

Dal III mese: attivazione di tutti gli interventi in progetto; monitoraggio, verifica e valutazione delle azioni; formazione degli operatori.

 

DEFINIZIONE STRUTTURA ORGANIZZATIVA

 

Il bacino di utenza è rappresentato dai comuni del territorio del distretto D26; inoltre, trattandosi di interventi anche a valenza sovradistrettuale, si ipotizza il coinvolgimento dei distretti limitrofi, al fine di garantire una più ampia partecipazione alle attività di rete ed una ottimizzazione delle risorse.

Per l'attivazione degli interventi si conta di costituire un gruppo di riferimento permanente composto da soggetti  referenti di ogni ente  coinvolto.

 

Per la realizzazione degli interventi residenziali si utilizzeranno  prevalentemente strutture del terzo settore.

 

Operatori previsti

Coordinatore referente per l’attuazione del progetto

Assistente sociale

Psicologo

(Si prevede che alcuni operatori per ciascuna delle professioni sopraccitate abbia specifica formazíone al trattamento delle persone e dei minori abusati).

Medico

Operatori socio‑assistenziali

Mediatore culturale

Al bisogno verranno coinvolti degli specialisti operanti nei servizi pubblici territoriali.

 

COMUNICAZIONE

 

La comunicazione interna sarà curata periodicamente dal gruppo interistituzionale, attraverso anche l’implementazione e la condivisione della banca dati.

La pubblicizzazione su tutto il territorio distrettuale (o sovradistrettuale) vedrà anche il coinvolgimento di tutti i soggetti della rete e avverrà attraverso i canali di comunicazione formali, ma anche informali da decidere in prosieguo (conferenze, giornate di studio,e formazione ecc.).

I tempi di erogazione dei servizi dovranno necessariamente immediati, nel rispetto, comunque, dei tempi progettuali e delle disponibilità delle singole strutture.

 

BUDGET

1° annualità

60.000,00

2° annualità

50.000,00

3° annualità

50.000,00

Tot.

160.000,00 euro

CONTROLLI

E VALUTAZIONE

 

Indicatori di risultato

Quantitativi: numero di persone accolte; numero di persone assistite; numero di progetti individualizzati che sarà possibile elaborare ed avviare.

Qualitativi: grado di partecipazione delle agenzie territoriali; risultati ottenuti nel breve periodo in merito all'abbassamento della criticità personale; esito degli eventuali progetti individualizzati; grado di soddisfazione dell'utenza; follow up degli interventi (attraverso il raccordo con le strutture di secondo livello).

Altri indicatori potranno essere definiti dai vari soggetti attivatori dell'intervento

 

 

 

 

 

IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI E DELLE RISPOSTE

 

Rischi di disservizio

-       inadeguata risposta della “rete”  che non riesce a garantire  la fuoriuscita del soggetto dallo stato di disagio estremo (mancanza di disponibilità di posti in strutture specialistiche; carenza di strutture per l’accoglienza del soggetto in particolari situazioni di disagio; assenza di risposte lavorative adeguate alle esigenze della persona; ecc.);

 

Strategie di intervento

-       maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione dei componenti della rete;

-       ricerca di percorsi personalizzati alternativi (borse lavoro; assegni di sostegno al reddito; gruppi appartamento; ecc.).